On sale

Gabriele Saro - Sunsets part 2

10.00

15 brani

SILVER MEDAL GLOBAL MUSIC AWARDS 2017

https://m.youtube.com/watch?v=5d-1H8iPFN8

Gabriele, varcato il «ponte oltre l’arcobaleno», scorgi che va roteando, tra i baci del “tramonto” «sul Ponte di Brooklyn», il tuo cuore libero… ed ecco una piena di parole… le “tue parole”… che sono musica accarnante: «… e urlo di gioia, perché il mondo è qui e io ci sono, ci sono dentro e vivo». Magnificente è divenuta la vita, negli spazi sconfinati e nelle autentiche perle di «Sunsets 1»!, quindi pensavo che Gabriele Saro ci avesse già rivolto un tenero, rispettoso, lussureggiante saluto augurale o di commiato: mi sbagliavo. Troppo frettolosamente stavo tirando a secco la mia barca. Gabriele aveva già preso in mano il nostro frutto trattenuto e prestamente ci ha fatto attraversare il mare di una polifonia elegante, trasparente, che trascende il tempo: «SUNSETS “2”». Che munifica conversazione sonora vivificante!, in questi “Tramonti”! Di traccia in traccia traluce una grazia delicata, ma penetrante, giustapposta a sequenze intense che urgono. La freschezza, la unitezza e la vitalità di invenzione sono il segno della maturità stilistica raggiunta da Saro.
Il ruscellare delle dita di Andrea Del Piccolo, che “scivolano” ineffabilmente sugli ottantotto tasti, sono… ora voli che bisbigliano segreti… ora raffiche di lirico vento che dicrollano i cieli cangianti incessantemente pronti per ognuno di noi.

Che il violoncello di Francesco Pinosa avanzasse sovranamente lungo le direzioni determinate era, ed è, un favoloso tesoro racchiuso nelle opere di Saro ma che imporporasse spazi così liberi, percorsi apparentemente non tracciati, ti esorta a pensare che quasi quasi vorresti godertelo in compagnia unicamente delle persone che hanno il desiderio ardente di abbracciare l’infinito.

Gabriele Saro ed il suo violino: la cavata è chiara, trasparente, spontanea e schietta… ha un andamento armonioso… rotondo come rotonda è la terra. Nel registro grave, attraversa le collane della sensualità; inorpella questi cieli veglianti con il suo fraseggio rapente; meravigliante “a vedersi” il suo seducente mordente.

Nel panorama della globalizzazione sonora è rarezza poter ascoltare qualcosa di tale fervore, brillanza ed ondeggiamento: invero c’è la firma dell’amore, dell’amore di Gabriele Saro che è in grado di creare musica, musica sempre più prodigiosa e ricca di fascino. (Claudio Gardenal)

LA MUSICA, ovvero l'arte di Respirare

Molte volte l'etimologia di un termine è illuminante per capirne il senso più profondo e nascosto. È il caso di musica, che deriva dal greco μουσική: unione delle parole "Mousikós" (Musa) e "Téchne" (Arte), "l'arte delle Muse". Inizialmente quindi il termine stava a rappresentare l'arte di saper "ispirare" i poeti e gli artisti di qualunque disciplina.

L''incredibile dono che ha la musica di far "respirare" quella parte di infinito che dorme dentro di noi, che le permette di risplendere a perpetua gloria, era visto come una sorta di miracolo: non a caso vi erano ben nove Muse nel Pantheon greco, una per ogni arte.

Con il tempo questo termine è andato via via restringendo il suo significato nell'uso comune, senza però perdere all'atto pratico la sua reale spinta comunicativa: cosa sa farci emozionare tanto quanto un brano ben eseguito e concepito?

Dai battiti del cuore che sentiamo prima di nascere fino al nostro ultimo respiro, la musica ci accompagna nella vita e ci guida a modo suo per raggiungere stati di più profonda sintonia con il nostro Io, tramite l'armonia che solo le sue vibrazioni sanno dare.
Ricercare l'anima di un viaggio, di un'emozione, è una gara contro i mulini a vento. Ci armiamo di speranza, con gli occhi lucidi e il cuore in mano. Scaviamo le pareti del tempo e cerchiamo il valore ultimo di un momento, di uno sguardo. Quello che spesso non riusciamo a capire è che i momenti vivono di senso grazie ai nostri sensi, che ne compongono le coordinate.

I suoni, gli odori e i colori sono le colonne dei ricordi, unica ancora che sfida e sconfigge il tempo. Non serve scomodare Proust e la sua "recherche" per capirlo, basta guardarsi dentro e cercare quello che ci fa fremere e sorridere: sono i profumi che sentivamo da bambini, le dolci carezze che ci hanno fatto diventare adulti, le sfumature tra i capelli di chi chiamiamo amore.

Le luci, i suoni, gli odori: ogni volta è un mondo nuovo. E mi meraviglio a pensare quanti occhi inonderà questo tramonto: quanti fiumi e quante piazze riuscirà a stupire per poi risorgere ancora, fino alla fine dei tempi. L'unico modo che ho di portare con me questi dipinti di luce è di leggerne le note, metterle in musica. Forse è così anche la vita: devi lasciarla volare via e goderne fino all'ultimo spiraglio, come un magnifico tramonto. Ecco perché non riesco a trovare niente di meglio dei miei sensi per cercare di dare un senso a queste note.

Quando il sole se ne andrà non aver paura: non si può smettere di camminare, di andare avanti, di scoprire.

Perché ogni tramonto è l'alba di un sogno.
by Gabriele Saro