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Gabriele Saro - Sunsets part 1

10.00

17 brani anteprima https://soundcloud.com/fantomatica/gabriele-saro-sunsets-for

SUNSETS
«SUNSETS 1»… i «Tramonti» di Gabriele Saro, che pare colgano di sorpresa tutte le aree della tastiera del pianoforte, destano il mirifico, lauto canto di ciascun giorno allorché s’immerge nelle gemme della sera… canto sempre diverso per agògica, dinamica, colore. L’esecuzione mirabolante di Andrea Del Piccolo, del ricco tessuto pianistico, mette in evidenza cieli che aspettano, colori profondi che un serafico disordine affratella, luci adamantine che sfuggevolmente azzittiscono il ritmo di passi, di onde, di mormorii inquieti. Quando accanto a Del Piccolo “scende la percossa benefica” di Andrea Toffolini, ogni impurezza si dilegua e possiamo continuare a viaggiare nel petto di istanti che abbondano della purità di una pace rara in questo mondo che ha tanto spazio. Musica voluttuosa nella quale l’annodante centellinata suggestività del violoncello di Francesco Pinosa ed il violino dalle cangianti “movenze” di Gabriele Saro sembrano… giocare a nascondino dietro tinte senza tempo: sono desiderosi di eternare il volto del mondo, vogliono raggiungere gli occhi aperti dei sogni più belli per impedirci di spegnere nel cuore la luce del nostro cammino.
Gabriele, come hai fatto a racchiudere in oricànni paradisiaci cotante intermittenze capaci di unirci tutti tutti… in questo itinerario di «Tramonti»?
Le relazioni sonore, l’elegante e modellato fraseggio, l’incedere narrativo del pianoforte, l’ottima sintonia tra musicisti che sanno ricavare i giusti colori, fanno sbocciare, in «SUNSETS 1», fiori inaspettati e sconosciuti, gonfi di profumo rapinoso… mondificante…: attraverso essi cammineremo, dimenticando ogni fatica, e di “tramonto in tramonto” li coglieremo uno
ad uno. (Claudio Gardenal)

LA MUSICA, ovvero l'arte di Respirare

Molte volte l'etimologia di un termine è illuminante per capirne il senso più profondo e nascosto. È il caso di musica, che deriva dal greco μουσική: unione delle parole "Mousikós" (Musa) e "Téchne" (Arte), "l'arte delle Muse". Inizialmente quindi il termine stava a rappresentare l'arte di saper "ispirare" i poeti e gli artisti di qualunque disciplina.

L''incredibile dono che ha la musica di far "respirare" quella parte di infinito che dorme dentro di noi, che le permette di risplendere a perpetua gloria, era visto come una sorta di miracolo: non a caso vi erano ben nove Muse nel Pantheon greco, una per ogni arte.

Con il tempo questo termine è andato via via restringendo il suo significato nell'uso comune, senza però perdere all'atto pratico la sua reale spinta comunicativa: cosa sa farci emozionare tanto quanto un brano ben eseguito e concepito?

Dai battiti del cuore che sentiamo prima di nascere fino al nostro ultimo respiro, la musica ci accompagna nella vita e ci guida a modo suo per raggiungere stati di più profonda sintonia con il nostro Io, tramite l'armonia che solo le sue vibrazioni sanno dare.Ricercare l'anima di un viaggio, di un'emozione, è una gara contro i mulini a vento. Ci armiamo di speranza, con gli occhi lucidi e il cuore in mano. Scaviamo le pareti del tempo e cerchiamo il valore ultimo di un momento, di uno sguardo. Quello che spesso non riusciamo a capire è che i momenti vivono di senso grazie ai nostri sensi, che ne compongono le coordinate.

I suoni, gli odori e i colori sono le colonne dei ricordi, unica ancora che sfida e sconfigge il tempo. Non serve scomodare Proust e la sua "recherche" per capirlo, basta guardarsi dentro e cercare quello che ci fa fremere e sorridere: sono i profumi che sentivamo da bambini, le dolci carezze che ci hanno fatto diventare adulti, le sfumature tra i capelli di chi chiamiamo amore.

Le luci, i suoni, gli odori: ogni volta è un mondo nuovo. E mi meraviglio a pensare quanti occhi inonderà questo tramonto: quanti fiumi e quante piazze riuscirà a stupire per poi risorgere ancora, fino alla fine dei tempi. L'unico modo che ho di portare con me questi dipinti di luce è di leggerne le note, metterle in musica. Forse è così anche la vita: devi lasciarla volare via e goderne fino all'ultimo spiraglio, come un magnifico tramonto. Ecco perché non riesco a trovare niente di meglio dei miei sensi per cercare di dare un senso a queste note.

Quando il sole se ne andrà non aver paura: non si può smettere di camminare, di andare avanti, di scoprire.

Perché ogni tramonto è l'alba di un sogno.
by Gabriele Saro